Moxibustione

 

 

 

La pratica della moxibustione La moxibustione è un antica pratica curativa della medicina orientale. Sfruttando le capacità curative dell’artemisia vulgaris, la moxibustione genera calore e ripristina nel soggetto il normale flusso dell’energia corporea. Scopriamola meglio

 

La moxa: i benefici dell’Artemisia per la salute

 

Curare con il calore

Come sappiamo, l'utilizzo del calore a scopo curativo è un fondamento della medicina tradizionale cinese. La tecnica della moxibustione consiste nel bruciare un quantitativo di artemisia, confezionata in sigari o in coni, sulla pelle o in prossimità di questa. La cauterizzazione può avvenire in modalità indiretta o diretta. Quest'ultima è sempre più in disuso, in quanto comporta un'ustione di secondo grado, con la comparsa di un flittene (vescicola subepidermica). Persino la medicina tradizionale cinese sta abbandonando tale metodica. 

La cauterizzazione indiretta invece è meno violenta, diffondendo il calore per induzione e non per contatto fisico. La moxaterapia avviene bruciando la sommità del sigaro o del cono di artemisia e avvicinandolo alla pelle. Se il sigaro viene mantenuto fermo, l'operazione dura all'incirca dieci minuti. Per trattamenti più lunghi, di circa venti minuti, il sigaro di artemisia viene ruotato con dei piccoli movimenti, evitando la possibilità di ustioni. Infatti l'artemisia, quando brucia al massimo, è capace di irradiare una temperatura di 500 gradi, terapeuticamente molto efficace. 

Questa tipologia di trattamento va eseguita con molta calma, a intervalli ben scanditi nel tempo. Solitamente l'applicazione dovrebbe essere intervallata da un giorno o due. Molto dipende dal disturbo per il quale si ricorre a questa terapia. 

Curare con la moxibustione

In linea con la tradizione della medicina cinese, la moxibustione e l'artemisia sono efficaci contro le patologie riconducibili alla presenza di Freddo, Caldo o Umidità all'interno del corpo, siano questi di provenienza esterna (agenti climatici) o interni (scompensi di yang). Il calore irradiato non fa altro che ripristinare il flusso ordinario dell'energia e del sangue nel corpo, ristabilendo l'equilibrio psico-somatico. 

Normalmente il terapista individua i punti su cui agire e successivamente realizza se il trattamento con l'artemisia va eseguito “in tonificazione” o “in dispersione”. Si dice che il punto è “in vuoto” quando è carente di energia (kyo), mentre è “in pieno” (jitsu) se l'energia che blocca la zona interessata deve essere liberata, in quanto in eccesso. 

Per la tonificazione, vengono utilizzati coni o sigari di grandi dimensioni, che vengono fatti ruotare in senso orario e più a lungo. Per la dispersione invece si utilizzano sigari di dimensioni ridotte che bruciano più rapidamente. Questi vanno fatti girare in senso antiorario.

 

Punti moxa e eventuali rischi

I punti di applicazione della moxibustione sono i medesimi dell'agopuntura. Le due terapie hanno la stessa base filosofica e, a volte, si legano. Capita infatti che durante una sessione di agopuntura, alla sommità dell'ago conficcato nell'epidermide del paziente, venga innestato un sigaro o un cono di artemisia che viene lasciato bruciare. Questa pratica risulta spesso dolorosa e non riscontra grossi consensi nei pazienti.

Vi sono altre controindicazioni. La moxibustione è sconsigliata a individui con temperature corporee molto alte o con ipertensioni arteriose. Dovrebbero evitarla anche le donne durante il ciclo mestruale e i bambini sotto i dieci anni d'età. La moxibustione tramite cauterizzazione diretta è vivamente sconsigliata in quanto molto dolorosa e anche a causa delle conseguenze sull'epidermide.